La principessa Hesina di Yan ha sempre desiderato sfuggire alle responsabilità della corona, per vivere nell'anonimato. Ma quando il suo amato padre muore, viene gettata nell'arena dei giochi di potere e diventa all'improvviso sovrana di un regno incredibilmente instabile. Per di più, Hesina è convinta che il re sia stato ucciso, e che l'omicida sia qualcuno che le è molto vicino. La corte è piena di ipocriti e delatori che non vedono l'ora di approfittare della morte del monarca per accrescere la propria influenza: ciascuno di loro potrebbe essere l'assassino. I suoi consiglieri vorrebbero che Hesina accusasse il regno confinante di Kendi'a, il cui governante ha già radunato le truppe per la guerra. Determinata invece a trovare il vero colpevole e con qualche dubbio sulla fedeltà della sua stessa famiglia, Hesina compie un gesto disperato: si rivolge a un'indovina, il Giaggiolo argenteo. Un atto di tradimento, punibile con la morte, poiché la magia nel regno di Yan è da secoli vietata dalla legge. Seguendo le parole della veggente, Hesina chiede aiuto ad Akira, un delinquente patentato dalla mente brillante e acuta, un detenuto che nasconde più di un segreto. Il futuro del regno di Yan è in pericolo: riuscirà Hesina ad avere giustizia per suo padre? O il prezzo da pagare sarà troppo alto?
Questo libro è stato una sorpresa.
"La stirpe della gru" ci parla di Hesina che rimane particolarmente scioccata dalla morte di suo padre, il re. Tutti credono che sia morto per cause naturali, ma non lei. Ella crede che suo padre sia stato assassinato da parte di qualcuno di vicino alla corona. Però chi può essere stato così maligno? Hesina si deve destreggiare tra l'inchiesta sulla morte del padre e l'essere al comando di un paese diviso per quanto riguarda gli ideali.
Hesina è la protagonista da questa storia, ma senza i diversi personaggi secondari, questo libro non sarebbe così bello. Conosciamo i due fratelli adottivi, Caiyan, l'unica persona di cui Hesina di fida e Lillian, molto estroversa e trasmette la sua esuberanza attraverso i suoi vestiti molto colorati. Poi c'è, Sanjing, figlio naturale del re, fedele generale del paese. Ogni personaggio è caratterizzato alla perfezione. Ognuno ha la sua personalità più che unica, ognuno ha le sue debolezze e i difetti. Ognuno di essi è modellato alla perfezione tant'è da risultare reale. Ora è giunto il momento di nominarvi Akira, uno dei motivi per leggere questo libro. Egli è un detenuto che risulta fondamentale nella sua impresa a detta di una veggente. E' un personaggio molto affascinate perché i lettori vengono resi partecipi della sua storia solamente a pezzi e questo accresce ancora di più l'aura di mistero che lo avvolge e lo rende ancora più intrigante.
La cultura orientale è predominante nel romanzo e questo sicuramente ha ampliato ancora di più il suo fascino. Non potete capire con che voracità ho letto e assaporato questa storia. Desidero da tempo dedicarmi alla lettura di fantasy dove la cultura predominante non sia quella occidentale e questo libro sicuramente è stato un buon inizio.
La prima parte del romanzo può risultare confusionaria e senza una direzione ben precisa, ma andando avanti, passo dopo passo, i vari tasselli vengono messi al loro posto e il lettore riesce a percepire il quadro generale.
Lo stile di scrittura dell'autrice è molto lineare, ricco al punto giusto di descrizioni. Il suo stile è magico e aumenta ancora di più la sensazione di star leggendo qualcosa di incantato, fatato.
Ora vorrei soffermarmi un secondo sul finale...MA STIAMO SCHERZANDO???
Appena terminata la lettura sono andata a cercare il titolo del secondo volume e con MIO GRANDE DISAPPUNTO, ho scoperto che non esiste un seguito ma che questo volume è autoconclusivo.
Ho bisogno di un minuto per riprendermi.
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