Buongiorno miei carissimi lettori, come state? Oggi vi porto la recensione di "La lingua delle spine" di Leigh Bardugo.
Il libro mi è stato fornito in anteprima dalla casa editrice Mondadori, in cambio di un'onesta recensione.
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Titolo: La lingua delle spine
Autore: Leigh Bardugo
Editore: Mondadori
Data di uscita: 21 novembre 2023
Pagine: 296
Prezzo: 19,90€
Dove Trovarlo: Amazon
La magia di "La Lingua delle Spine" di Leigh Bardugo risiede nell'abilità dell'autrice di trasformare le fiabe conosciute in storie completamente nuove, pregne di oscurità e saggezza. Ogni racconto è come un dipinto, intricato nei dettagli e ricco di sfumature, eppure, quando osserviamo l'insieme, ci troviamo immersi in un panorama fiabesco unico.
Il modo in cui Bardugo affronta la moralità grigia è affascinante. I protagonisti, distanti dagli stereotipi classici, sono presentati come esseri complessi con motivazioni oscure. Si potrebbe sostenere che siano più bestiali dei mostri che li circondano, eppure, questa sfumatura grigia rende la loro narrazione avvincente. Ho apprezzato molto che i personaggi di queste storie non siano i classici "principi azzurri" o persone considerati speciali o predestinati, ma semplici persone con idee e motivazioni che non sempre possono essere condivisi da tutti.
"Ayama e la Foresta di Spine" rappresenta un inizio coinvolgente, incanalando il concetto di bellezza interiore e l'importanza di guardare oltre le apparenze. La trama articolata e le inaspettate rivelazioni rafforzano la reputazione di Bardugo come maestra dello storytelling.
"La Volpe Troppo Astuta" presenta un mondo animalesco dove l'astuzia primeggia. Sebbene non riesca a intrattenere appieno, aggiunge un tassello all'atmosfera dark della raccolta.
"La Strega di Duva" emerge come uno dei punti salienti della raccolta. La riscrittura di Hansel e Gretel, attraverso l'obiettivo distorto di Bardugo, è tanto inquietante quanto accattivante. L'abilità di sconvolgere le aspettative è in piena vista, rendendo il racconto una lettura che rimane con il lettore molto dopo la sua conclusione.
Nonostante "Piccola Lama" risulti meno accattivante, contribuisce a trasmettere importanti insegnamenti. La sua brevità potrebbe averne limitato l'impatto.
"Quando l'Acqua Cantò Fuoco" rappresenta una conclusione epica. La reinterpretazione della Sirenetta con la sua profondità e un finale mozzafiato dimostra la padronanza di Bardugo nell'immergere il lettore in un mondo completamente nuovo. Le pagine abbondanti permettono una narrativa più articolata, scavando nei temi della discriminazione e del tradimento con intensità.
La collaborazione di Leigh Bardugo e dell'illustratrice Sara Kipin rende questa edizione non solo una lettura, ma un'esperienza visiva. Le illustrazioni, come enigmatiche pennellate di un capolavoro gotico, arricchiscono le pagine, aggiungendo un livello di immersione che va oltre le parole.
In conclusione, "La Lingua delle Spine" è una raccolta che abbraccia la complessità delle fiabe e le rivisita con uno sguardo acuto. Leigh Bardugo, con la sua maestria nel tessere storie oscure e intriganti, regala ai lettori un viaggio incantato che lascia un'impronta indelebile nella memoria. Un'ode alla fiaba rivisitata, permeata da saggezza e oscurità, che appassiona e sconvolge in egual misura. La mastria di Leigh Bardugo non risalta solamente nella rivistazione di queste fiabe, ma anche dalla capacità magistrale che ha di portare il lettore dove vuole e di fargli provare tantissime emozioni. Ogni storia ha il suo perchè e permette a chi la legge di sperimentare diverse fette dello spettro delle emozioni.
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