Ciao carissimi lettori, come state oggi? Oggi voglio condividere con voi la mia esperienza di lettura di "Iron Flame" di Rebecca Yarros.
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Titolo: Iron Flame
Autore: Rebecca Yarros
Editore: Sperling & Kupfer
Data di uscita: 30 gennaio 2024
Pagine: 672
"Iron Flame" di Rebecca Yarros era uno dei libri più attesi dell'anno, soprattutto dopo il successo di "Fourth Wing", che aveva conquistato molti lettori grazie a un mix di avventura, magia e una storia d'amore travolgente. Eppure, questo secondo capitolo della saga lascia un retrogusto amaro, quasi come se l’autrice avesse perso la bussola che aveva reso il primo libro così accattivante.
Una trama promettente, ma mal gestita
La storia riprende esattamente da dove ci eravamo lasciati: Violet Sorrengail, dopo aver superato la temibile Trebbiatura e guadagnato il suo posto tra i cavalieri di draghi, si trova di fronte a nuove sfide all’Accademia di Basgiath. Questa volta, però, il pericolo non arriva solo dai nemici esterni, ma anche dall’interno dell’accademia stessa, dove il nuovo vicecomandante sembra deciso a distruggere Violet, a meno che lei non tradisca chi ama. Sulla carta, questa premessa suona intrigante, ma nella pratica, il ritmo del libro è incredibilmente lento.
Le prime 350 pagine sono state una vera e propria lotta per me. Lunghi capitoli in cui non succede nulla di realmente significativo, dettagli superflui e situazioni poco credibili mi hanno spesso portato a chiedermi: "Ma dove stiamo andando?". Un esempio su tutti è la sfida tra gli studenti sulle montagne, dove nessuno riesce a leggere correttamente delle mappe. Situazioni del genere, invece di aggiungere tensione o dramma, finiscono per sembrare ridicole e poco plausibili.
Personaggi in declino
Una delle delusioni più grandi è stato il cambiamento nei personaggi principali. Violet, che nel primo libro era una protagonista intelligente, astuta e determinata, qui sembra regredita. È diventata lamentosa, insicura e spesso irritante. Invece di dimostrare la crescita che ci si aspetterebbe da un personaggio che ha affrontato tanto, Violet passa gran parte del tempo a cercare conferme dagli altri e a piangersi addosso.
E poi c'è Xaden, che nel primo libro era il ribelle misterioso e affascinante che tutti amavano. In "Iron Flame", sembra aver perso completamente il suo fascino. Non è più il personaggio forte e indipendente che avevamo conosciuto, ma diventa quasi una figura di sfondo, dipendente da Violet e privo di profondità. Anche il loro rapporto, che era stato uno dei punti di forza di "Fourth Wing", qui perde di credibilità. Non c'è tensione romantica, non c'è comunicazione, e il loro legame sembra costruito esclusivamente su attrazione fisica e momenti di intimità privi di significato. È difficile credere in una relazione dove i due protagonisti non si fidano l’uno dell’altra e non riescono a instaurare un dialogo autentico.
Anche i personaggi secondari, che potevano dare una ventata di freschezza alla trama, non brillano. Sono troppi e poco sviluppati, tanto che spesso ho fatto fatica a distinguerli. Imogen, Rhiannon e gli altri sembrano essere utilizzati solo come strumenti per far avanzare la trama, senza mai avere un momento di vera caratterizzazione.
World-building e scrittura: occasioni sprecate
Se c’era un elemento che avrei voluto vedere sviluppato in questo sequel, era il world-building. Basgiath e il suo mondo hanno un potenziale immenso, ma qui le informazioni vengono inserite in modo caotico e disordinato, senza un filo logico. Invece di immergermi in un universo complesso e dettagliato, mi sono ritrovata a navigare tra frammenti di idee che non si collegano mai del tutto.
La scrittura di Yarros, che nel primo libro era scorrevole e coinvolgente, in "Iron Flame" appare piatta e ripetitiva. Molte scene sembrano tirate per le lunghe, mentre altre, che avrebbero potuto avere un grande impatto emotivo, vengono liquidate troppo in fretta.
Draghi: l’unico punto di forza
L’unico elemento che sono riuscita ad apprezzare sono i draghi, in particolare Tairn. Il suo sarcasmo e i suoi insulti verso Violet sono stati tra i pochi momenti che mi hanno fatto sorridere. Purtroppo, però, anche i draghi non vengono utilizzati al massimo del loro potenziale. Andarna, che era stata una presenza adorabile e affascinante nel primo libro, qui diventa irritante e priva di spessore, quasi una caricatura di sé stessa.
Conclusione: un’occasione mancata
"Iron Flame" aveva tutte le carte in regola per essere un sequel epico, ma si perde in una trama dispersiva, personaggi poco convincenti e una scrittura che non riesce a mantenere l’attenzione del lettore. Nonostante qualche momento piacevole, come le interazioni con Tairn, il libro nel complesso è stato una grande delusione per me. Se Yarros vuole recuperare il terreno perso, dovrà lavorare molto nei prossimi capitoli della serie, concentrandosi su una trama più coesa, un world-building più solido e personaggi che abbiano una vera evoluzione.
Voto finale: 2 stelle su 5.
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