Intervista a: Amir Shakib
1. Buongiorno Amir, sono Martina. Una blogger che vorrebbe farti qualche domanda per tutte le tue fan. Prima di iniziare, vorremmo sapere qualcosa di più specifico su di te. Con quale aggettivo ti descriveresti e perché?
Ciao Martina, prima di tutto vorrei complimentarmi con te per aver avuto il coraggio di farmi qualche domanda. Di solito nessuno mi domanda nulla, perché tendo a ignorare totalmente il prossimo; nessuno si aspetta considerazione, dato che non mi interesso mai di ciò che pensano gli altri di me. Stavolta, però, farò un’eccezione. Se dovessi descrivermi con una parola, direi certamente “oscuro”. Oscuro perché tendo a nascondere, quindi a oscurare, la mia vera natura. A volte lo faccio di proposito, altre volte solo perché non voglio che gli altri guardino ciò che c’è oltre la corazza. Mi difendo alzando muri invalicabili e mi cibo di buio, perché è dal buio che provengo.
2. Riusciresti mai ad immaginare la tua vita senza il Settore Zero? Se non fossi diventato parte di questa associazione, come saresti ora?
Io credo di essere il Settore Zero, lo rappresento in tutto e per tutto, siamo complementari, è come il guscio di una tartaruga, lo porto sempre con me. È la mia casa. Se non avessi fatto parte di questa organizzazione, probabilmente non avrei superato i 14 anni e sarei già morto in una guerra non mia.
3. Come preferisci allenarti? È meglio allenare il corpo o la mente?
Fin da bambino mi hanno insegnato a collegare corpo e mente durante un allenamento. Non esistono mosse efficaci senza una preparazione mentale. A volte è la mente a fare la prima mossa, il corpo si muove sempre spinto da un impulso che manda il cervello. Corpo e mente si allenano in sincrono. È sempre così, tranne quando alleno una certa Morozov. In quel caso la mente va a farsi fottere.
4. Vorresti cambiare qualcosa di te stesso? Se sì, cosa? Se no, perché?
Dovrei cambiare tutto, ma in realtà non voglio cambiare nulla. Le crepe sono insanabili e proprio per questo, forse, sono la parte migliore di me.
5. Chi è per te Lena Morozov?
La vita.
6. Riusciresti a vivere senza di lei?
Questa domanda si ricollega alla precedente. Se per me è la vita, automaticamente la sua assenza mi priverebbe della vita stessa. Quindi, no, non riuscirei.
7. Riesci a ricordarti la tua vita prima di conoscerla? Come la descriveresti?
Non dimenticherò mai da dove vengo. Ciò che c’è stato prima lo descriverei come un lungo tunnel buio.
8. Hai un messaggio per le tue fan?
Apprezzate chi vi fa incazzare, sono quelle le persone che ci toccano l’anima.
Intervista a: Lena Morozov
1. Buongiorno Lena, sono Martina una blogger che vorrebbe conoscerti meglio. Quali parole sceglieresti per descriverti? Perché?
Non ho mai saputo descrivermi, forse perché, in realtà, ho sempre fatto fatica a leggermi dentro. Ci sono momenti nella vita in cui ci descriviamo in un modo ben preciso, altri in cui pensiamo di essere totalmente diversi. Tutto varia a seconda del contesto in cui viviamo. Se prima ero una ragazza semplice, dolce e gentile, oggi posso dire di essere testarda, aggressiva e impulsiva.
2. Se potessi scegliere: vita prima o dopo il rapimento?
Tendo a scegliere sempre il presente. Per fortuna non rimpiango nulla, ma non mi soffermo nemmeno a pensare al futuro, quindi ti rispondo che scelgo la vita dopo il rapimento. Le motivazioni non si riconducono soltanto alla persona che ho incontrato, ma soprattutto perché dopo sono diventata una persona nuova, più forte e determinata. Sono una donna migliore.
3. Cosa diresti dei metodi d’apprendimento di Amir?
Sono terribili, crudeli, sbagliati, nessuno dovrebbe provarli, ma a me hanno insegnato tanto. Probabilmente, a renderli sopportabili, c’è stata l’attrazione tra me e lui e, forse, se fossi stata indifferente ad Amir, non avrei sopportato il suo addestramento e invece di forgiarmi, mi avrebbe distrutta. Nella vita è tutta una questione di circostanze.
4. Cosa avresti cambiato?
Niente. È stato un ottimo maestro per me. Ripeto, per me.
5. Raccontaci un aspetto positivo della vita dopo l’addestramento con Amir.
La cosa più importante che mi ha insegnato, è stata quella di credere in me stessa e nelle mie capacità. Mi ha aiutato a fidarmi del mio corpo, del mio istinto e ho imparato a superare barriere che prima credevo invalicabili. L’aspetto più positivo del suo addestramento è stata la morale che mi ha lasciato, più che le abilità fisiche che mi ha insegnato.
6. Chi è per te Amir?
Il mio grande amore.
7. Riesci a ricordarti la tua vita prima di conoscerlo? Come la descriveresti?
La mia vita prima di lui era molto semplice. Andavo all'università, insegnavo danza classica in una scuola di danza a Torino. Uscivo con le amiche e avevo un bellissimo rapporto con mia madre, che è sempre stata come una sorella per me. Per fortuna non ho rimpianti, credo di aver sempre fatto tutto ciò che dovevo e che desideravo fare.
8. Alla fine ti piaci così come sei? Vorresti cambiare qualcosa di te?
Oggi mi piaccio più di prima e non cambierei nulla di me.
9. Hai un messaggio per le persone che ti ammirano?
Non abbiate paura di scavare nell'animo delle persone che vi rifiutano. Spesso, il rifiuto, è solo una corazza che desidera essere strappata.
PIÙ INFORMAZIONI SUL LIBRO
Tutto era iniziato con manette, prigionia, digiuno e sangue. Adesso, per Lena Morozov, costretta a diventare una spia, non c'è un nuovo inizio, ma una fine. È in un letto, ma non ha le manette ai polsi. È oppressa, ma non dall'oscurità che aveva imparato ad amare. È una sensazione peggiore: sa di tradimento. Intorno alla sua pelle, altra pelle si stringe in una morsa di possesso. Sulla sua bocca, altre labbra respirano. Pochi secondi per capire, un battito di ciglia per inalare un odore diverso. Non è Amir. Non è il suo Maestro. Adesso Lena deve mettere in pratica l'arte della finzione, Amir deve controllarla da lontano. Non intende essere il suo angelo custode, lui vuole essere la sua ombra. Per Lena, scoprire di far parte di un mondo tanto perverso quanto crudele sarà insostenibile; per Amir, inaccettabile. Al Settore Zero poco importa: Lena per loro è solo un prodotto da disattivare quando non servirà più. A quel punto, ad Amir non basterà essere un'ombra, tanto meno un angelo. Dovrà tenerla lontano da sé, pur volendo rimanere accanto a lei, ancora.
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