La trama si apre in un momento drammatico per le terre di Anthares, quando, dopo una battaglia devastante, il giovane Beregor si ritrova improvvisamente a ereditare il titolo di conte e il peso del destino del suo popolo. Mentre cerca di tenere testa alle pressioni esterne dei barbari e ai conflitti interni che minacciano la sua corte, Beregor capisce presto che il nemico non è solo fuori dalle mura. Sarà costretto a scegliere se conservare il potere a ogni costo o rischiare tutto per tentare di portare la pace.
Uno degli aspetti che ho apprezzato di più è stata la complessità dei personaggi. Beregor, con il suo coraggio e la sua inesperienza, è un protagonista che conquista per la sua autenticità: dalle sue esitazioni iniziali fino alla maturità guadagnata in battaglia, si rivela un leader credibile e umile. Alhena, la regina della tribù degli Unuk, è un personaggio fortissimo, guidata da una determinazione inflessibile e da una sensibilità che emerge attraverso il suo rapporto con gli altri. Il contrasto tra il giovane conte e la guerriera barbara aggiunge alla trama quella tensione umana che rende ogni interazione ancora più coinvolgente. Mi ha colpito anche la costruzione degli antagonisti e degli alleati secondari, come Shedir, un guerriero che rappresenta l'onore, e Meleph, il tirannico conte di Rigelon, con la sua visione crudele del potere, che incarna i lati più spietati e oscuri della guerra.
L’autore ha uno stile di scrittura vivido, ricco di dettagli e per nulla scontato. I paesaggi, le battaglie, gli intrighi di corte, sono descritti in maniera così precisa che sembrava di essere lì a fianco dei protagonisti. Se alcune descrizioni sono piuttosto forti e possono risultare crude, credo che il realismo scelto da Longo sia una delle qualità che rendono il romanzo efficace. La guerra e i suoi orrori sono raccontati senza filtri, e questo dà al lettore una comprensione profonda della devastazione che porta con sé. È interessante come Longo non faccia prevalere un tono cupo e disperato, ma lasci invece spazio a riflessioni importanti sull’empatia e sul senso del sacrificio, rendendo il romanzo anche una lettura ispiratrice.
In conclusione, "Come acqua sulle rocce" è un’opera completa, in grado di combinare magistralmente azione e introspezione. È un romanzo che, pur nella sua durezza, offre anche momenti di umanità e speranza. Per tutti gli amanti del fantasy storico e delle storie di formazione, questo libro è una lettura che consiglio vivamente, per il suo ritmo avvincente e per la capacità di trasmettere emozioni autentiche.
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